Tenute Sajni Fasanotti

Un territorio in perfetta simbiosi con gli abitanti

La presenza di molti minerali nel territorio arricchisce i terreni e implementa naturalmente i prodotti coltivati sulle loro pendici

TRA TERRA E CIELO

Suolo ricco di minerali
per vini di qualità

 
La cantina
15 ore
di esposizione al sole

dalle 6 di mattina alle 21 di sera

I MONTI DEL TRENTINO

Differenti composizioni minerarie
per un prodotto unico

I complessi montuosi del Trentino sono geologicamente di origine diversa: ad Ovest vi sono il Gruppo dell’Adamello ed il Gruppo della Presanella, principalmente formati da diorite tonilica.

Oltre la valle del torrente Noce, vi è invece il Gruppo Ortles-Cevedale. Vi sono inoltre diversi gruppi dolomitici, formati da doppio carbonato di calcio e magnesio (ovvero la dolomia) che si estendono spesso in continuità con l’Alto Adige ed il Veneto.
Tra questi sono presenti la Marmolada, le Pale di San Martino, il Gruppo del Sella ed il Brenta.

Infine, meno elevati ma degni di nota, sono anche i versanti trentini delle Prealpi venete, formate dal Pasubio, dai Monti Lessini, dalle Piccole Dolomiti e dal Monte Baldo.

Quest’ultimo è forse uno dei più conosciuti del basso trentino, in quanto ricco di panorami mozzafiato sul Lago di Garda, innumerevoli specie di fiori e di animali selvatici. Alto 2.118 metri è la montagna più elevata della zona meridionale trentina.

Ritenuto un vulcano spento, anche a causa delle numerose fonti termali e dell’ampia gamma di minerali nei terreni circostanti, esso si è formato nel corso della medesima glaciazione che ha dato vita al Lago di Garda. In particolare, il Monte Baldo e le zone circostanti, tra cui quelle di Mori e Rovereto, sono caratterizzate dalla presenza di rocce calcaree e dolomie, nonché da tipiche rocce eruttive (basalto afibolico, trachidoleriti, monchiquiti e altre vulcaniti).
La presenza di tutti questi minerali arricchisce i terreni ed implementa naturalmente i prodotti coltivati sulle loro pendici.

Oltre a questa particolare ed esclusiva composizione del suolo, anche l’altitudine dei vigneti gioca un ruolo fondamentale nell’eccezionale qualità di questi vini. Queste terre sono, da sempre, produttive e prospere.
La viticoltura trentina ha origini molto antiche: alcuni ritrovamenti archeologici ne confermano la presenza già a partire dal IV secolo a.C. Dal V secolo d.C., grazie all’opera di abbazie e monasteri, inizia l’incremento della viticoltura che viene espansa sulle pendici delle meravigliose valli della zona. Questo ha permesso alle viti di adattarsi anche ad alta quota e fornire delle caratteristiche organolettiche uniche.

Dei 9.845 ettari di superficie viticola nella Provincia Autonoma di Trento, 1.277 ettari hanno un’altitudine superiore ai 500 metri.
Ciò contribuisce all’eccezionalità delle uve trentine, non paragonabili con i vigneti dello Champagne, i quali sono invece posizionati tra i 90 e i 300 metri di altitudine, quota notevolmente bassa rispetto agli 850 metri di limite altimetrico massimo dei vigneti in Trentino.

La possibilità inoltre di elevare l’altezza dei vigneti è un’importantissima bio-strategia contro l’innalzamento della temperatura globale: le uve base spumante hanno bisogno di un alto tasso di acidità che spesso è compromesso dalle elevate temperature. La capacità di coltivare vigneti in alta quota, possibile in Trentino ma non in altre rinomate regioni, garantirà, anche nei prossimi decenni, di mantenere l’esemplare standard qualitativo degli oltre dieci milioni di bottiglie di spumante prodotto ogni anno in quest’area.
Altitudine, clima, terreno, escursione termica ed ore di sole sono soltanto alcuni dei principali fattori dell’eccellenza della viticoltura locale. Tutto ciò, unito all’amore dei trentini per il duro lavoro e al loro fortissimo legame con la propria terra, rende il Trentino l’habitat perfetto per la coltivazione del vino.

TENUTE SAJNI FASANOTTI

Il clima è l’artefice della qualità dei vini